Asola-Cremona , 28 gennaio 2108.
Centro Minibasket del Chiese in viaggio.

“ Ciao Matteo, sono Marco. Ti va di venire a giocare un torneo minibasket da noi.al Pala Radi, prima della partita Vanoli contro Cantù e poi vi fermate a vederla tutti insieme ?”
Tutto comincia da questa telefonata a cui io subito rispondo di si e faccio partire immediatamente la macchina organizzativa… 5..10..20..50 ..70… 100..110!!!
110 è il numero delle persone che partono domenica alla 15 per percorrere i 30 km che ci separano da Cremona, due carovane distinte come nelle migliori trasferte a cui partecipavo da giovane perchè lo sport è capace di muovere le masse!
27 piccoli atleti di 7-8 anni con intrusi di 6 , che si cambiano sugli spalti e che aspettano solo il segnale per entrare su questo campo enorme, gigantesco, specie per chi (metà di loro) si allena due volte alla settimana in un locale di 9 per 9( siamo in Italia…) e il segnale arriva e si prende possesso della panchina ospite che logicamente non ha posto a sedere per tutti e arrivano le prime preoccupazioni
“ Dove metto l’acqua se non mi siedo?”
“Perchè gli altri hanno le poltrone e noi le sedie?” (la panchina della Vanoli ha delle splendide poltrone…)
“ Sai che ieri sera ho mangiato la Pizza?”
“Io vado a giocare in Inghilterra , nei Cavalieri…..(ndr. Cleveland Cavaliers , USA)”
Ci sediamo intorno al cerchio della lunetta e inizia il discorso pre-partita… Non sono folle, li devo tranquillizzare e prendendo spunto da un bellissimo film (Colpo vincente- Hoosier), cerco di fargli capire che le altezze dei canestri, le dimensioni sono uguali ai campi dove facciamo le partite, solo le tribune sono diverse, e ci riesco( i miracoli esistono)!
Le 3 partite scorrono veloci, 4 minuti a testa e poi cambio, tutti devono giocare lo stesso minutaggio, ma quello che è diverso sono gli applausi dei genitori, dei fratelli, delle persone che assistono sia per una che per l’altra squadra, sia per gli errori sia per i canestri ( per noi pochi), ma questo li emoziona, li carica, li spinge a correre, a buttarsi, a perdere la scarpa, a incastrare il pallone tra ferro e tabellone, tra le risate di tutti.
Finiscono le partite , vince la Vanoli, c’è la merenda, gli affamati hanno la lingua di fuori e comincia l’assalto ai viveri e l’attesa per l’evento: la serie A.
Aspettiamo due ore, rimaniamo in 80, iniziano ad entrare i giocatori, i primi tiri, le prime schiacciate e mi trovo con quasi tutti a bordo campo ad osservare in estasi questi nuovi “eroi”.
Mi chiedono di Fred, la mascotte che loro hanno conosciuto e che oggi non vedono, il palazzetto si riempie, si prende posto, presentazioni, luci spente, fumo, inno, bambini con gli occhi sbarrati e via, la partita, per quasi la totalità la loro prima, ha inizio e che partita!!!
109-100, tiri da3, schiacciate, stoppate, attacchi in palla, tifo continuo, come innamorarsi della palla a spicchi!
Finisce, io scappo verso casa, tra poche ore devo andare a lavorare, loro si fermano per le foto e autografi.
Bambini che arrivano a casa verso le 23.30-24, stanchi, ma con dentro, ne sono sicuro, un nuovo sogno e un vecchio-nuovo amore.
Io invece apro la porta di casa, piu stanco di loro, con un velo di tristezza perchè non sono riuscito a stare con il mio piccolo di 25 giorni e la mia compagna neppure oggi e adesso dormono, ma so benissimo che quello che è accaduto oggi, rimarrà sempre con me e che non ne posso a fare a meno, Io vivo con queste emozioni ,per quei sorrisi che oggi mi hanno donato gioia.

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